... è senza dubbio il cuore pulsante della Puglia: situata quasi in una posizione mediana rispetto all'intera estensione di questa regione italiana protesa sul Mare Adriatico, Bari sembra essere metaforicamente l'ago della bilancia, il punto perfetto dove s'incontrano le popolazioni più a sud con influenze e risonanze marcatamente mediterranee, e quelle più a nord che si affacciano sulle zone continentali.
Bari, con oltre 700.000 abitanti nel solo conglomerato urbano e un territorio in continua espansione, si conferma di diritto tra le città metropolitane d'Italia e uno dei primi comuni del Mezzogiorno, che ne stanno sancendo il rilancio, potendo contare su solide tradizioni marittima, mercantile e commerciale che hanno fatto della città la “porta d'Oriente” anche grazie all'istituzione della Fiera del Levante.
Una vera amalgama di culture, etnie e religioni muove il capoluogo pugliese in cui è incastonato, come una perla rara all'interno della mura medievali, il Centro Storico, meglio conosciuto come “Bari Vecchia”, denominazione adottata dagli inizi dell'Ottocento in contrapposizione alla “città nuova” che proprio in quegli anni si stava sviluppando sotto il regno di Gioacchino Murat.
Tanti i popoli a muovere i propri passi, talvolta minacciosi, sulla fertile e accogliente terra barese: probabilmente i Peucezi durante l'età del bronzo, i romani con la costruzione della via Traiana, Longobardi, Bizantini che molto della loro cultura hanno lasciato alla città, i nemici Saraceni, Normanni, gli Svevi con l'emblematica figura di Federico ll che fece erigere proprio il castello, ad ancora gli Spagnoli. Una storia che attraversa la città e che si imprime indelebilmente sulle pietre bianche delle costruzioni più antiche, sui selciati dei vicoli stretti, sui grandi portali lignei delle chiese incoronati la archi di pietra e sorvegliati nei secoli da mitologiche figure antropomorfe e animalesche; fino a giungere cronologicamente a un passato più recente, con l'espansione del borgo murattiano, l'istituzione dell'Università degli Studi, della fiera del Levante, dei teatri cittadini, passando anche per momenti bui, come il tragico bombardamento del 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale, da cui la città è sempre riuscita a sollevarsi; merito dell'autenticità dei baresi, della loro genuinità e schiettezza che traspare dal loro dialetto che da solo può considerarsi vera opera d'arte e bandiera del territorio assieme al santo patrono San Nicola.
LA FESTA
Nel cuore della vivace “Bari Vecchia” la Basilica di San Nicola è luogo d'incontro e dialogo, quasi avamposto di comunione in vista dell'auspicata riconciliazione di tutte le Chiese. Il culto del santo giunto dal Medio Oriente è probabilmente uno dei più estesi all'interno della Chiesa e presenta una forte componente altresì ortodossa, di matrice slava, che si manifesta nella ritualità peculiare, nell'iconografia e negli ambienti presenti all'interno della stessa Basilica, dedicati alle celebrazioni non cattoliche.
All'interno del calendario cristiano il giorno dedicato alle celebrazioni del vescovo di Myra è quello del 6 dicembre, data che ricorderebbe la morte del santo: in questa occasione, in alcune città tra cui Molfetta e Terlizzi, è tradizione che San Nicola porti ai bambini dolci e doni.
Ma è nei giorni 7-8-9 maggio, ricordando l'impresa dei marinai del 1087, che la città di Bari e il patrono rinnovano la reciproca appartenenza in una grande festa di fede e folklore che coinvolge gli animi di tutta la cittadinanza e attrae pellegrini, credenti e non da ogni angolo della Puglia e non solo.
E' l'evento più atteso, un'esplosione di gioia che si riversa per le strade in una ritualità che coinvolge e accarezza anche le acque del porto.
Si inizia il 7 maggio con una breve processione su un peschereccio del quadro di San Nicola presso la baia di San Giorgio, mentre al calar del sole inizia a snodarsi tra le vie della città l'imponente corteo storico composto da centinaia di figuranti in abiti d'epoca che riportano lo spettatore indietro nel tempo, mentre attorno le luminarie, i concerti delle bande e i fuochi pirotecnici che conquistano l'incantevole scenario del lungomare, dichiarano ufficialmente aperta la festa.
L'8 maggio è il giorno dedicato alla processione del simulacro di San Nicola: prima via terra, poi attraverso la sagra a mare il santo attraversa la città, simbolicamente riappropriandosi di quel luogo che egli stesso ha scelto come sua dimora eterna. In un clima crescente di misticismo il 9 maggio nella cripta della Basilica si celebra il rito della Sacra Manna con il prelievo del liquido che trasuda dalle ossa del santo e che viene mostrato con solennità ai fedeli accorsi a “Bari Vecchia” per essere testimoni diretti di un miracolo che annualmente si rinnova e rinsalda la fede.
I festeggiamenti in onore di San Nicola, costituiscono un vero e proprio spaccato storico lontano che ogni anno riprende vita con lo spettacolare corteo storico che ripropone le fasi salienti della traslazione delle reliquie del santo del 1087.
L'impresa della traslazione è una delle più documentate al mondo: diverse fonti riportano la notizia di una manifestazione a carattere religioso e altresì di una festa senza paragoni che vede la partecipazione e il coinvolgimento attivo di centinaia di persone sin dal 1089.
Il 7 maggio, dopo lo sbarco dell'icona del santo presso il piccolo porto di San Giorgio (secondo la tradizione luogo di arrivo delle imbarcazioni di ritorno dall'impresa a Myra), ha inizio l'imponente corteo storico dal Castello Svevo.
In scenari che spaziano dall'antico al moderno, sfilano figuranti e gruppi storici in costume tra la folla ammirante, mentre la spiritualità nicolaiana raggiunge la massima espressione. Accanto al priore, mazzieri, cavalieri, sbandieratori, maestranze della tradizione, il banditore munito di campanello comunica l'inizio ufficiale dei festeggiamenti; e ancora i 62 marinai che di ritorno dall'impresa furono premiati dall'abate Elia.
Tutto è curato nei piccoli dettagli, ogni azione è ponderata dalla conoscenza di antichi documenti. Davanti agli occhi dello spettatore il corteo diviso in scene scorre come le immagini di un film conservato dal tempo e fatto rivivere dalla memoria.
Da visitare: il castello sforzesco, il centro storico con la Basilica di san Nicola, la Cattedrale e il Museo Diocesano, la Pinacoteca provinciale e il Museo archeologico.