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CONVERSANO

Tra tradizione e sviluppo

La città di Conversano (25.000 abitanti) sorge su una collina a 219 metri s.l.m. a sud di Bari, da cui dista 30 km. circa. Su una piacevole altura delle Murge, a soli 8 km dal mare, immersa nel verde della fertile campagna che la circonda, Conversano unisce tradizione e sviluppo, il fascino della sua lunga storia con la ricchezza dei tanti monumenti d'arte e gli importanti insediamenti industriali, la tranquillità del centro di provincia con la varietà di una economia in espansione.

 

Di origine antichissima, Norba vede inziare il suo cammino nel tempo sin dall'età del ferro (VIII-VI sec. A.C.), quando si stazionarono popolazioni quali i Peuceti e gli Japigi. Conversano è un centro di antichissima storia e cultura. Già in epoca Normanna, nell' XI sec., ebbe un florido splendore. A Goffredo Altavilla, infatti, si deve il primo nucleo della Cattedrale, in stile romanico-pugliese, del Castello, con l'imponente Torre Maestra, e del Monastero di S. Benedetto, famoso nel mondo come “ monstrum apuliae perchè sede di badesse “mitrate”.

 

Da questa data (1054 circa), e per i 4 secoli a seguire, vediamo avvicendarsi diversi blasoni, fra cui i Lussemburgo, i quali contribuiscono anche all'ampliamento del castello. Siamo intorno al 1422 e la contea passa agli Orsini. Di lì a poco inizia il susseguirsi dei conti aragonesi in Conversano (19 in 4 secoli), tra un distinguo di eroismi e tresche amorose, fino a giungere a Girolamo II D'Aragona, più comunemente conosciuto come “Guercio delle Puglie”, croce e delizia della contea (vedi jus primae noctis, da cui il nomignolo dei conversanesi: figli del conte).

 

Costellato da molte leggende, il “Guercio”, tiene in “scacco” la contea per circa 40 anni (1626 1645). Ad oggi Conversano è senza dubbio una delle città d'arte più apprezzate dell'intero territorio italiano, grazie soprattutto all'attenta opera di conservazione e restauro delle opere d'arte e dei monumenti che la storia le ha consegnato in eredità. Di grande richiamo turistico sono i tanti eventi e concerti che durante tutto l'anno ravvivano Conversano di un profondo respiro culturale.

 

LA FESTA

 

Nella città di Conversano si venera l'icona di Maria SS. della Fonte

 

L'immagine ha tutte le caratteristiche di una grande spiritualità: un volto severo, della Mamma e del Figlio, con l'espressione corrucciata, a rappresentare il Verbo che un giorno ci giudicherà. 

 

La storia narra che il Vescovo Simplicio, inviato in Africa dal Pontefice Felice III (483-492) per difendere la dottrina cattolica dall'arianesimo, ne tornò portando con sè un'immagine della Beata Vergine, sottratta a un incendio di sacre icone. Giunto in vista della nostra terra, un vento impetuoso costrinse Simplicio a sbarcare presso la spiaggia di Cozze. Il diacono Gisulfo, che lo accompagnava, si recò subito a Conversano per informarne il clero e il popolo. 

 

Era il primo sabato di maggio dell'anno 487 d.C. E' per questo motivo che la festa liturgica della Beata Vergine della Fonte cade ogni anno il primo sabato di maggio. I festeggiamenti civili, invece, si svolgono la quarta domenica del mese. Anche per tale scelta si potrebbe risalire a una giustificazione storica. Infatti, come riferisce lo storico conversanese, Canonico Biagio Pesole, il 24 maggio 1897, monsignor Casimiro Gennari, Arcivescovo di Lepanto e Assessore al Santo Ufficio, incoronò la sacra immagine di Maria SS. Della Fonte. 

 

Un comitato formato da Canonici, Autorità locali e rispettabili cittadini decise di realizzare un vasto programma di festeggiamenti, per dare maggiore solennità all'Incoronazione. Il sacro rito dell'Incoronazione si svolse nell'attuale piazza Castello, su un palco, preparato sotto la torre dell'orologio della Cattedrale, di cui erano stati ultimati i lavori di restauro. 

 

Dopo il rito dell'Incoronazione, ebbe inizio la solenne processione per le vie della città, preparata a festa. “Una funzione solennissima ebbe luogo a Conversano, domenica 24 maggio. 

 

Quattro concerti musicali, fra cui la celebre banda rossa di San Severo. 

 

Un'orchestra di cantori, venuti espressamente da Roma, magnifiche luminarie nel sacro tempio e piazze, grandi spettacoli pirotecnici e le vie della città adorne di arazzi con ricche ghirlande di fiori, resero splendida la festa e rallegrarono gli innumerevoli spettatori quivi portatisi da tutti i luoghi vicini”. 

 

Questa la descrizione dello storico, che parla di una tradizione custodita nel tempo dalla popolazione.

 

 

Da visitare: il Castello, la Pinacoteca, il Museo Civico Archeologico, la Cattedrale, Chiesa di San Benedetto, Santa Maria dell'Isola, Castello di Marchione, La Torre di Castiglione, Chiesa di Santa Caterina.

 

Foto di Piero Buonsante 

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