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SAN SEVERO

La Madonna nera

...popoloso centro dell'Alto Tavoliere, San Severo (Fg) è una città che, come poche altre, è stata plasmata dagli eventi che si sono susseguiti nella sua millenaria storia, che ne hanno determinato le forme architettoniche del centro urbano e hanno contribuito a forgiare un'indissolubile identità collettiva, in cui si riconoscono tutti i sanseveresi. La storia di questa città, più che sui libri, si può studiare percorrendo senza una meta il centro storico tra i tortuosi vicoli, in cui il volto delle chiese, dei palazzi e dei conventi, tutti di un sobrio, particolare barocco, riportano alla memoria gli uomini, le idee e gli avvenimenti, questi ultimi, tutti di particolari conseguenze, che ne hanno segnato lo sviluppo futuro. 

 

Fatta eccezione per la facciata sud della chiesa di San Severino, ornata da un rosone, la città non ha strutture medievali, perchè il 30 luglio 1627, era un venerdì, un terremoto catastrofico, che coinvolse tutta la Capitanata, distrusse quasi completamente la città. La vita dell'industriosa cittadina, che allora contava circa diciassettemila abitanti, scorse più o meno tranquilla fino al fatidico 25 febbraio 1799, l'anno della Repubblica Partenopea, quando le truppe francesi del generale Duhesme per espugnare San Severo, roccaforte sanfedista, ma anche nodo stradale di particolare interesse per gli spostamenti delle truppe napoleoniche, invasero la città, mettendola a sacco. La rivolta della città contro le truppe francesi fu, comunque, il riproporsi di antiche lotte sociali per i demani e gli usi civici, ma fu anche il segnale di una prima presa di coscienza del diritto alla libertà e all'indipendenza che costituirono la linea guida nelle lotte risorgimentali, a cui San Severo ha dato il suo importante contributo. Basti ricordare per tutti le nobili figure di don Paolo Venusi e di Vincenzo Cavalli.

 

Con l'Unità d'Italia nel Mezzogiorno San Severo fu una città prostrata dalle devastazioni delle sue campagne, dall'uccisione del bestiame e dagli incendi delle masserie. Proprio in quei mesi dell'estate del 1865 sorse a San Severo la Società Operaia di Mutuo Soccorso, la prima, seria organizzazione degli operai della Capitanata, che, grazie agli uomini che la fondarono, tra cui va segnalato il segretario Vincenzo Gervasio, fu di grande aiuto alla città nella difficile opera di ripresa. Nel “secolo breve”, il Novecento, la storia di San Severo non si discosta da quella di tante altre città del Paese. Anche San Severo ha i suoi luoghi della memoria, nessuno eclatante, ma tutti carichi di storia e fondamentali per la comunità cittadina.


LA FESTA 

Nel 1856, il Consiglio comunale di San Severo deliberò di avanzare supplica al Sommo Pontefice affinchè dichiarasse la Madonna del Soccorso “Patrona della Città”. Con bolla pontificia del 10 settembre 1857, il Papa esaudì le attese dei sanseveresi. La prima grande processione si svolse nel 1852. 
Benchè i festeggiamenti celebrati nel 1852 furono grandiosi, risulterebbe affatto squilibrato un loro confronto con quelli che si svolsero nel 1858, che suggellarono la gioia dei sanseveresi per l'avvenuta proclamazione della Madonna del Soccorso a loro celeste Patrona.

 

Il 22 febbraio 1937, il cardinale Eugenio Pacelli, il futuro Pio XII, comunicava al vescovo diocesano, mons. Oronzo Durante, che era stata concessa la facoltà di cingere il capo dell'effigie della Madonna del Soccorso con corone d'oro. L'8 maggio dello stesso anno, il simulacro della Tuttasanta venne posta su di un palco preparato in piazza Zuppetta (oggi piazza dell'Incoronazione). 
Le facevano ala oltre 33 statue di Santi, tra cui quelle dei Santi patroni dei paesi appartenenti alla diocesi sanseverese. La domenica successiva, il 16 di maggio, si snodò una nuova solenne processione che raggiunse piazza Zuppetta, dove venne nuovamente posto sul predetto palco il venerato simulacro: mons. Durante, dopo averle benedette, depose sui capi della Madonna e del suo Bambino le corone d'oro, tempestate di pietre preziose. 


Fu quella ora ricordata un festa grandiosa, difficile da raccontare per la sua complessità, ma in sintesi può dirsi che essa è certamente da ritenersi la manifestazione più bella e partecipata che si ricordi: dall'8 al 17 maggio bellissime luminarie rallegrarono le principali vie della città; si accesero in continuazione fuochi pirotecnici; suonarono per le strade o su orchestre sparse per l'abitato numerose bande musicali; si celebrarono splendide e solenni funzioni religiose. 
Il 9 maggio 1943, mons. Francesco Orlando consacrò San Severo, assieme alla sua diocesi, alla Madonna del Soccorso. Da quel fatidico anno 1852 in poi, le feste in onore della Vergine del Soccorso sono state sempre grandiose, tali da attirare tantissimi forestieri e sanseveresi risiedenti in altri paesi o nazioni. Fino a qualche decennio fa, al sabato che precede la processione solenne, la statua della Madonna e quelle dei compatroni, San Severo e San Severino, venivano scese dall'addobbo loro preparato in cattedrale e poste sulle rispettive piramidi processionali. 


Prima che si celebrassero il “pontificale” ed i vespri, giungevano da tutte le chiese della città in detta cattedrale da trenta a trentatre statue di Santi, che avrebbero partecipato il giorno successivo alla processione. I sanseveresi si recavano allora in chiesa per vedere “il Paradiso”, e davvero sembrava di stare in quel luogo di beatitudine attorniati da presenze celestiali. 
Oggi la partecipazione degli anzidetti simulacri è notevolmente ridotta, riducendosi alle effigi dei Santi “patroni”, dei tre Arcangeli e dell'Angelo Custode, ma non è scemata, anzi, è andata vieppiù aumentando la magnificenza dei festeggiamenti: luminarie per gran parte della città; una quantità incredibile di spettacoli pirotecnici per cinque giorni (per tal motivo San Severo è detta anche “Città dei fuochi”); ricchi omaggi floreali alla Madonna, pomposi addobbi in chiesa, ecc.

 

COMUNE DI SAN SEVERO
Tel. 0882/339111
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MUSEO DELL'ALTO TAVOLIERE
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PRO LOCO
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POLIZIA MUNICIPALE
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