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LE BANDE

Nella città di Conversano si venera l'icona di Maria SS. della Fonte.
L'immagine ha tutte le caratteristiche di una grande spiritualità: un volto severo, della Mamma e del Figlio, con l'espressione corrucciata, a rappresentare il Verbo che un giorno ci giudicherà.
La storia narra che il Vescovo Simplicio, inviato in Africa dal Pontefice Felice III (483-492) per difendere la dottrina cattolica dall'arianesimo, ne tornò portando con sè un'immagine della Beata Vergine, sottratta a un incendio di sacre icone. Giunto in vista della nostra terra, un vento impetuoso costrinse Simplicio a sbarcare presso la spiaggia di Cozze. Il diacono Gisulfo, che lo accompagnava, si recò subito a Conversano per informarne il clero e il popolo.
Era il primo sabato di maggio dell'anno 487 d.C. E' per questo motivo che la festa liturgica della Beata Vergine della Fonte cade ogni anno il primo sabato di maggio. I festeggiamenti civili, invece, si svolgono la quarta domenica del mese. Anche per tale scelta si potrebbe risalire a una giustificazione storica. Infatti, come riferisce lo storico conversanese, Canonico Biagio Pesole, il 24 maggio 1897, monsignor Casimiro Gennari, Arcivescovo di Lepanto e Assessore al Santo Ufficio, incoronò la sacra immagine di Maria SS. Della Fonte.
Un comitato formato da Canonici, Autorità locali e rispettabili cittadini decise di realizzare un vasto programma di festeggiamenti, per dare maggiore solennità all'Incoronazione. Il sacro rito dell'Incoronazione si svolse nell'attuale piazza Castello, su un palco, preparato sotto la torre dell'orologio della Cattedrale, di cui erano stati ultimati i lavori di restauro.
Dopo il rito dell'Incoronazione, ebbe inizio la solenne processione per le vie della città, preparata a festa. “Una funzione solennissima ebbe luogo a Conversano, domenica 24 maggio.
Quattro concerti musicali, fra cui la celebre banda rossa di San Severo.
Un'orchestra di cantori, venuti espressamente da Roma, magnifiche luminarie nel sacro tempio e piazze, grandi spettacoli pirotecnici e le vie della città adorne di arazzi con ricche ghirlande di fiori, resero splendida la festa e rallegrarono gli innumerevoli spettatori quivi portatisi da tutti i luoghi vicini”.
Questa la descrizione dello storico, che parla di una tradizione custodita nel tempo dalla popolazione.

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